La tigre. John Vaillant. Einaudi
Immaginate per un momento di ritrovarvi improvvisamente in questa situazione: in Siberia, o per meglio dire al limite estremo di questa terra, l’ultima propaggine orientale della Russia, e quindi dell’Europa. È inverno, la neve domina il paesaggio: siete da soli, nel silenzio assoluto della natura. State sistemando delle trappole per animali, siete cacciatori di frodo perché in qualche modo dovete sopravvivere. Sapete il fatto vostro, o almeno lo credete. Avete il vuoto intorno e probabilmente dentro. Ed è in questo momento che sentite questo suono che permea e riempie completamente lo spazio, che vi immobilizza, che letteralmente vi ipnotizza. Avete compreso che è un presagio di morte, la vostra probabilmente, ed è il ruggito della padrona della taiga. Capovolgimento di fronte, siete sempre nello stesso posto, stesse condizioni. Non avete freddo, d’altronde siete dotati di un corpo che si è adattato da secoli a queste lande. State cacciando, è indiscutibilmente la vostra natura. Neve, silenzio, freddo….vuoto? No, è uno spazio gravido di possibilità, per voi che sapete controllare spazio e tempo. Potete raggiungere uno stato di virtuale di non esistenza, scegliere un punto di osservazione e osservare. Sapete il fatto vostro. Ed è vero. Senza alcuna fretta, osservate fino a comprendere l'alchimia della situazione. Non fate nessuno sforzo, accompagnate con piacere quella sensazione che nasce dentro di voi, che diventa una vibrazione, sempre più forte. Comincia a crescere, inarrestabile, fino ad esplodere in un ruggito che risuona nel vostro regno. La preda è davanti a voi. E voi siete la tigre, il predatore alfa di queste terre. Ecco, questo bel libro parla sostanzialmente di questa continua ed interessante contrapposizione tra uomo e animale. L’autore ci propone un reportage intenso, ben scritto, denso di cenni storici, dettagli antropologici, descrizioni e informazioni di ogni tipo. Il contesto, l’altro protagonista, è questo luogo, una terra di confine, oasi naturale estremamente selvatica, storicamente contesa da Cina e Russia. In questo contesto la tigre, predatore per eccellenza, è stata capace di adattarsi a condizioni estreme che in genere non gli appartengono e questo le ha permesso di avere il predominio assoluto sulle altre creature. Secondo alcuni studi la tigre siberiana è la specie più vicina alla primordiale tigre dai denti a sciabola, per la sua stazza, la sua conformazione e il suo modus vivendi. Il rapporto della tigre con l'uomo può essere di reciproco riconoscimento, secondo regole non scritte, ma anche di vera e propria guerra per il controllo del territorio. È una guerra tra esseri intelligenti, astuti e spesso imprevedibili, che imparano e cambiano in seguito alle proprie esperienze. La storia, autentica, racconta di una tigre "cannibale", ovvero mangiatrice di uomini, che incarna un archetipo affascinante e terrificante, presente in molte culture. Questo esemplare di tigre è stato capace di mettere alla prova un'intera comunità, grazie alla sua intelligenza e alla sua astuzia, attraverso azioni, inutile negarlo, guidate da sentimenti solitamente accostati all'essere umano, come rabbia e risentimento. La storia è raccontata magistralmente da John Vaillant, giornalista e scrittore del National Geographic, New Yorker e The Atlantic. Una narrazione di animali, uomini, luoghi e anime, in particolare dell'anima russa. Colonna sonora consigliata, "Cat people" di David Bowie. No, la colonna sonora di Sandokan non va bene, parla di tigri un pó viziatelle, quelle stanno al caldo….